Per anni è rimasta su questa pagina la classica, fredda elencazione di titoli e onorificenze. Eppure non sembrava definirmi realmente. I diplomi, le lauree, il Conservatorio, l’Università, un’impostata fotografia che poco racconta di quello che vibra e risuona. Dice di più l’introspezione genealogica che mi ha portato a scoprire un’intera ascendenza di musicisti, tra cui Alfredo Schiuma e Armando Schiuma, prima di loro Raffaele e Luigi Schiuma, un sarto e un falegname di Spinazzola, che hanno dato il via alla tradizione. Quel ricco bagaglio europeo di musica scritta, di ritmi popolari e grandi melodie, il gusto per il raffinato, i quartetti d’archi e l’opera. La Puglia delle botteghe nei sottani che si trasformavano in sale prove e concerto, la musica colta alle feste patronali. Di me dicono di più Cuore di Tenebra e la Spiaggia di Falesà, La Guerra dei Bottoni e il Corsaro Rosso, ma anche il buio adolescenziale a districare le mille voci del Clavicembalo ben temperato, il sole del Concerto in Fa maggiore, la Patetica e l’Appassionata. Continua.